La rivista LiBER esplora il tema “adolescenti, educazione e sessualità” fra corpo, desiderio e identità in trasformazione.
LIBeR, la rivista trimestrale specializzata in letteratura e cultura dell’infanzia, propone con la sua ultima uscita (n. 139) un approfondimento secondo noi imperdibile sul tema dell’adolescenza, nei suoi rapporti con affettività, corpo e sessualità.
Esperti e studiosi di varia formazione intervengono per tentare di comporre un’immagine il più possibile aggiornata ed attuale della questione “educazione sessuale e affettiva” in Italia (nella scuola, ma non solo).
Materia complessa, che riguarda “l’oggetto” sotto osservazione ma ancor più da vicino i limiti e le contraddizioni impliciti in chi lo osserva: noi adulti di riferimento, genitori, educatori o insegnanti spesso evasivi e reticenti, impacciati negli atteggiamenti, inefficaci nei linguaggi.
La perturbante “mostruosità” (come la definisce Nicoletta Landi nel suo intervento) di un corpo desiderante e in trasformazione inquieta e disarma, ci immobilizza nel dilemma di quali parole noi dobbiamo o possiamo pronunciare. Sappiamo invece metterci in ascolto e in dialogo con fantasie e desideri, entusiasmi e disagi, slanci e stereotipi legati all’immaginario romantico ed erotico dei giovani? Il nostro ruolo può ancora essere solo quello informativo e normativo? Domanda simile a quella che ci pone Franco Nanni nel suo contributo dal titolo esemplare Guardo ma non sento: come ci muoviamo per assicurare alle ragazze e ai ragazzi uno spazio “riguardante l’interpretazione, l’organizzazione e l’integrazione dei segnali provenienti dal corpo”?
Di interesse centrale è la ricognizione di Piero Stettini, esperto che conosce a fondo gli strumenti dei quali si è dotata la comunità internazionale per assicurare a livello europeo e mondiale l’educazione alla salute sessuale e affettiva, a partire dall’infanzia. Una ormai consistente risorsa di dichiarazioni, ricerche, evidenze scientifiche, risoluzioni, linee guida e raccomandazioni che i singoli governi spesso disattendono, non sapendo (non volendo?) adattarle alle loro realtà nazionale.
Un quadro per molti aspetti non molto felice! Ma nel corposo approfondimento di Liber si va molto oltre. Si lavora su spiragli, approcci possibili, punti di vista alternativi, ampliamento di orizzonti che sono in costante e veloce cambiamento, sotto gli occhi di chi vuole guardare. Si parla di percorsi educativi già esistenti, come i corsi di educazione dell’Aied; di un radicale approccio queer alla pedagogia e alla didattica (l’intervento è di Dario Alì); di orientamenti, soggettività desideranti e identità in trasformazione (Giuseppe Burgio). Naturalmente c’è ampio spazio per la letteratura, con un percorso fra i libri per ragazzi (Monica Tappa e Alberto Rossetti) e un tuffo nell’immaginario iconografico degli albi illustrati (curato da Francesca Romano Grasso).
E tanto altro! Vale la pena dare un’occhiata qui all’indice degli articoli.
Il tema “educazione sessuale e affettiva” è da sempre considerato “spinoso” e divisivo in Italia, e non solo quando si parla del ruolo della scuola. Si sceglie di rimuoverlo dalle priorità, di problematizzarlo piuttosto che affrontarlo. Si preferisce esprimere giudizi, dare lezioni, dibattere e parlare… e si finisce per dimenticare il corpo.